sabato 31 luglio 2010

TERNI PROIBIZIONISTA: MENTRE L'ESTATE VOLGE AL TERMINE IL COMUNE RINVIA


I giorni passano e mentre l'estate volge rapidamente al termine l'amministrazione comunale di Terni rinvia la decisione sulle eventuali modifiche all'ordinanza anti-rumore scatenando l'ira dell'associazione dei titolari dei locali del centro cittadino. "Eventuali altri rinvii dell'amministrazione comunale - dichiara Federico Bartoli, presidente dell'Associazione - saranno interpretati come atti strumentali a procrastinare lo status quo determinato dalle recenti ordinanze sfruttando la incombente pausa estiva che bloccherà tutti i nuovi atti amministrativi, determinando di fatto un diniego della principale richiesta e al conseguente impegno preso dal sindaco ad apportare immediate modifiche ai provvedimenti presi in modo da permettere ai locali di sfruttare l'ultimo mese di estate che rimane. Allo stesso modo provvedimenti diversi dalle nostre richieste, che prevedano di restringere la nostra attività a pochi giorni la settimana, per accontentare un esiguo numeri di cittadini 'eccellenti' residenti in centro, non verranno accettati e saranno dalla nostra associazione fortemente contrastati con tutti i mezzi a nostra disposizione. Ci sembra assurdo che un'amministrazione comunale e un'intera città vuole vivere liberamente e piacevolmente le calde serate estive, debba essere condizionata dall'interesse di pochi cittadini. E' come se i residenti di viale ... e chiedessere all'amministrazione che l'acciaieria debba essere chiusa due giorni la settimana perché disturbati dal brusio degli operai che escono ed entrano alle 5 del mattino. Ribadiamo infatti che l'insieme dei nostri locali rappresenta un valore economico superiore a molte importanti aziende manifatturiere ternane, e l'atteggiamento di molti componenti dell'amministrazione sembra di fatto disconoscere questo aspetto. Mentre si perde tempo ad esaminare richieste assurde di pseudo comitati ci sono attività che perdono fatturato ogni giorno e hanno già dovuto procedere a ridimensionamenti del personale. Non accettiamo che esistano delle vie preferenziali per i circoli culturali ed associazioni private che dietro la scusa della cultura di fatto pongono in essere delle vere attività imprenditoriali, in concorrenza con le nostre imprese private. Se permarranno delle norme restrittive di tali attività, queste dovranno essere applicate senza distinguo a chi di fatto le pone in essere anche se è un associazione culturale".

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