venerdì 1 aprile 2011

ESTORSIONE A TERNI: IL GIP CONVALIDA GLI ARRESTI DI PORCACCHIA E BRIGANTI, RESE NOTE ALCUNE INTERCETTAZIONI

Leandro Porcacchia,
direttore Confcommercio di Terni
Il Gip Pierluigi Panariello sciolto la riserva ed ha convalidato l'arresto per estorsione del direttore della Confcommercio di Terni, Leandro Porcacchia, e del suo collaboratore, Sergio Briganti.
Secondo la ricostruzione accusatoria i due, che sono stati arrestati dalla squadra mobile di Terni diretta da Tommaso Niglio, avrebbero chiesto una "mazzetta" di 100.000,00 euro ad un ristoratore ternano per facilitare le pratiche di stipula di un contratto di affitto di un locale dell'area ex Tulipano.
Leandro Porcacchia e Sergio Briganti sono stati interrogati dal Gip e dal sostituto procuratore Elisabetta Massini ed hanno dichiarato che il denaro "non era altro che il prezzo pattuito per la consulenza offerta a un ristoratore" (da "Il Giornale dell'Umbria" del 01/04/2011 - "Porcacchia: quei soldi erano per noi").
Gli avvocati della difesa, Massimo Longarini per Porcacchia e Renato Chiaranti per Briganti, rigettano le accuse.
Per Longarini: "Il ristoratore si è rivolto spontaneamente alla Confcommercio per l'affitto del locale alle Terrazze, Porcacchia e Briganti hanno 'consigliato' l'esclusiva e sono pure riusciti a ottenere la notevole riduzione del prezzo da un 1.300.000,00 euro a circa 800.000,00 euro. Altra agevolazione è stata quella di ottenere che i canoni di affitto venissero portati in detrazione del futuro prezzo. Il prezzo per tutto questo lavoro è stato fissato in 100.000,00 euro, prezzo accettato sin da subito dal ristoratore".
Per Chiaranti"Non è affatto colpevole quel prezzo era stato pattuito e il ristoratore era a conoscenza di ogni particolare", e ancora "Cercheremo di capire quanto accaduto, ma allo stato delle cose l'estorsione non può essere ravvisata. Il mio assistito è ovviamente scosso, ma anche fiducioso di poter provare la sua estraneità"
"Sul tavolo c'erano intanto 10.000,00 euro fatturati, poi c'erano 40.000,00 euro in assegni spillati sul contratto in attesa di fattura".
"Ma quale estorsione - continua il difensore di Porcacchia - chi può dire che 100.000,00 euro è un prezzo esoso? Tutto è relativo, soprattutto se si considera il forte sconto che, tramite la società Unione Servizi, il ristoratore avrebbe ottenuto per un locale che vale oltre un milione di euro, e sto parlando di 280 metri quadrati interni più 150 metri quadrati esterni. Poi, se di reato si deve parlare, allora ci si può appuntare sull'assenza di fatture, ma si può finire in carcere per evasione fiscale?"
"Le indagini sono state avviate tre mesi fa. La denuncia del ristoratore risale al 12 gennaio e le intercettazioni sono cominciate il 15 febbraio, ritengo che il ristoratore sia stato già, per così dire, consapevole del fatto che gli incontri con Porcacchia e Briganti venivano intercettati", "Sono dell'idea - conclude Longarini - che si sia trattato di un gesto ben organizzato".
Oggi sono state rese note alcune intercettazioni telefoniche relative alle trattative. Già dal primo incontro Briganti metteva in chiaro la situazione: "A questo punto ti devo dire una cosa che potrebbe far male, per avere questa esclusiva dovrai pagare 100.000,00 euro in nero". Ecco un estratto di una telefonata tra Leandro Porcacchia e Sergio Briganti:

Porcacchia: "Di come era composto il tutto, no?"
Briganti: "Sessanta, quaranta me sembra"
Porcacchia: "Esatto, esatto"
Briganti: "60%, 40%"
Porcacchia: "Poi dopo il resto je famo una fatturina quella poi se la paga pure con comodo, non è un problema"
Briganti: "Si, si" 
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