Il ministro Saverio Romano ad una festa del suo partito Popolari di Italia Domani |
Il gip di Palermo, Giuliano Castiglia, ha chiesto l'imputazione coatta per concorso esterno in associazione mafiosa per il ministro delle Politiche Agricole, Saverio Romano.
Il pm di Matteo ha dichiarato: "Dall'indagine è emerso un quadro preoccupante di evidente contiguità con le famiglie mafiose di Cosa Nostra". Sarebbero almeno tre gli episodi riportati dal pubblico ministero durante l'udienza che avrebbero come protagonista Romano:
- "Innanzitutto, la richiesta di consenso elettorale per Cuffaro sollecitata nel 1991 ad Angelo Siino con la consapevolezza che Siino orbitasse in ambienti mafiosi";
- il secondo è relativo ad un pranzo in un ristorante di Campo dei fiori a Roma: "Era presente anche l'attuale pentito Francesco Campanella. Romano disse, facendo riferimento a lui: Francesco mi vota, perché siamo della stessa famiglia" e "non si tratterebbe della famiglia Dc, ma della famiglia mafiosa di Villabate";
- il terzo sarebbe legato alla candidatura di Giuseppe Acanto: "Fu caldeggiata a Romano da Campanella e da Nicola Notaro, il responsabile cittadino del Cdu oggi condannato per concorso esterno in associazione mafiosa".
"Queste sono le prove della contiguità di Romano ad ambienti mafiosi, ma non sono sufficienti per dimostrare il suo contributo specifico e consapevole all'associazione mafiosa".
Giuramento di Saverio Romano per la nomina a Ministro delle Politiche Agricole |
Così ha commentato la notizia il diretto interessato, Saverio Romano: "Il gip Giuliano Castiglia non ha ritenuto di accogliere la richiesta di archiviazione formulata dal Pm Antonio di Matteo nel procedimento che mi ha visto indagato quasi ininterrottamente per otto anni anche se l'indagine era tecnicamente spirata nel novembre del 2007. Questi semplici ma inconfutabili dati dimostrano il corto circuito tra le istituzioni e dentro le istituzioni", "il fallimento del sistema giudiziario vive nella interminabile condizione che si riserva al cittadino Saverio Romano in un periodo di tempo che nella sua enorme dimensione rappresenta una sanzione insopportabile anche se l'epilogo sarà quello da me auspicato. Del resto sarebbe di contro parimenti fallimentare un sistema della giustizia che ha lasciato operare per così tanto tempo un uomo politico che potrebbe aver commesso l'infamante reato di concorso con Cosa Nostra. Purtroppo ormai da quasi 20 anni il nostro Paese assiste ad uno spettacolare conflitto che in questi ultimi mesi all'approssimarsi della riforma giudiziaria si è acuito. Sono addolorato e sconcertato; con questo provvedimento non viene chiesta solo la formulazione dell'imputazione per il sottoscritto ma vengono messe in discussione le conclusioni alle quali dopo lunghissimi approfondimenti era pervenuta la Procura di Palermo. Difenderò in ogni sede il mio nome, per me, per i miei familiari e per la comunità politica che rappresento".
Le reazioni:
- Laura Garavini, capogruppo Pd Commissione bicamerale antimafia: "Per difendere al meglio in ogni sede il suo nome, come il ministro Romano ha promesso di voler fare, gli consigliamo di dare immediate dimissioni. Solo così potrà garantire allo stesso il suo impegno nel processo che lo vedrà coinvolto e tutelare l'istituzione che in questo momento rappresenta";
- Italo Boscchino, Fli: "Aveva ragione il Presidente della Repubblica a esprimere perplessità sulla nomina di Saverio Romano a ministro. L'imputazione coatta per mafia richiesta dal gip di Palermo rende incompatibile la permanenza di Romano al governo e sarebbero auspicabili le sue immediate dimissioni". "L'Italia non può permettersi - continua Bocchino - di avere un ministro imputato per mafia tanto più che la sua nomina non è stata frutto di un percorso politico ma una remunerazione per aver abbandonato l'Udc, facendo da stampella al governo";
- Michele Pisacane, deputato del Pid (Popolari di Italia Domani): "Esprimiamo solidarietà al ministro Saverio Romano per la reiterata serie di attacchi massmediatici. Abbiamo fiducia nella magistratura e nella giustizia e siamo sereni che alla fine del percorso la verità e la totale estraneità del ministro Romano ai fatti verranno acclarate. D'altra parte, dopo anni di indagini, dopo la chiusura dell'inchiesta nel 2007, sarebbe bizzarro che in sere di udienza preliminare chi ha avanzato richiesta di archiviazione smentisse se stesso. E' da sottolineare poi come il pm che ha chiesto l'archiviazione sia lo stesso che per otto anni ha avuto il fascicolo a differenza del Gip che lo ha avuto per qualche settimana. Siamo di fronte ad un caso di casuale controsenso, oppure Saverio Romano sta pagando il 14 dicembre?";
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