lunedì 2 maggio 2011

(SENTENZA THYSSENKRUPP) LA FIOM CONTRO L'ATTO DI INDIRIZZO DEL CONSIGLIO COMUNALE DI TERNI

Maurizio Marcelli, responsabile Ufficio Salute, ambiente e sicurezza della Fiom-Cgil

Il responsabile dell'Ufficio Salute, ambiente e sicurezza della Fiom-Cgil, Maurizio Marcelli, affida ad un comunicato stampa una dura critica al Consiglio comunale di Terni e all'atto di indirizzo, votato all'unanimità, relativo alla sentenza sul rogo alla ThyssenKrupp di Torino: "Inaccettabile la posizione del Consiglio comunale di Terni in merito alla sentenza di Torino. Sbalordisce e indigna l'atto approvato all'unanimità. Sbalordisce, perché la giusta necessità di difendere il lavoro e i lavoratori ternani non può essere scambiato con l'accettazione del ricatto della ThyssenKrupp che, a causa della sentenza di Torino, minaccia di andarsene dall'Italia. Il Consiglio comunale di Terni, di fatto accetta il ricatto della ThyssenKrupp nel momeno in cui valuta la sentenza come abnorme perché troppo severa con l'Azienda. Forse che le vite perdute di sette lavoratori non valgono la condanna non solo dei dirigenti aziendali, ma anche quella dell'Azienda a pagare un milione di euro e a non avere i finanziamenti pubblici per sei mesi?".
"E' inaccettabile che un Consiglio comunale, che dovrebbe avere l'obiettivo fondamentale di tutelare le condizioni dei propri cittadini anche come lavoratori, faccia suo il punto di vista dell'Azienda, finendo per accettare l'ipotesi dello scambio del lavoro con la vita dei lavoratori. La Fiom contrasterà questa posizione perché auspicava che, a Torino, si giungesse a questa sentenza. Ci siamo infatti costituiti parte civile proprio perché continuiamo a pensare che si debba rimettere in discussione il modello produttivo che ha ridotto i lavoratori a merce e non a persone e che porta malattie, infortuni e morti".
"Noi contrasteremo la ThyssenKrupp che minaccia di rimettere in discussione la sua permanenza in Italia quasi che gli investimenti, nel nostro Paese, siano possibili solo a condizione di non rispettare le norme e le leggi sulla salute e sulla sicurezza dei lavoratori. La vera sfida per la tenuta del sito ternano e per la permanenza della ThyssenKrupp in Italia è e dovrà continuare ad essere relativa non all'abbattimento dei costi, ma alla qualità dei processi e dei prodotti".

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1 commento:

Sandro Savoldelli ha detto...

Condivido in buona parte anche se non in tutto. Non conosco nei dettagli l'atto di indirizzo che qui si dice votato "all'unanimità" anche perché so per certo che almeno l'IDV aveva assunto una posizione critica nei confronti delle prime esternazioni del Sindaco dopo la sentenza. Comunque il fatto è questo: nessuna azienda può chiamarsi fuori dal rispetto delle regole e quindi anche di quelle sulla sicurezza. Nè si può collegare il rispetto degli impegni assunti verso il territorio (e verso sè stessa dato che la Thyssen è qui non per beneficienza ma perché sta producendo manufatti che VENDE, traendone un ricavo, sui mercati internazionali) a costi indiretti che non si potevano dare per assolti (non siamo mica in Vietnam !).
Va anche detto che nel dettaglio la sentenza può essere forse troppo pesante, sia per quanto concerne le responsabilità individuali che per quelle strettamente aziendali, ma per questo c'è l'appello. Sarà quella l'occasione per ri-equilibrare la pena, che certo dovrà esserci, sia per l'azienda che per i singoli dirigenti che saranno riconosciuti effettivamente responsabili. Insomma, forse la troppa emotività ha condizionato certi esiti giudiziari, ma altrettanta troppa emotività ci contraddistingue nelle reazioni. Dovremmo distinguere nettamente tra principi e merito e dare a ciascuna componente il suo giusto peso. Sta alla Thyssen, alla Giunta e a tutta la città recuperare il senso della misura e analizzare la situazione con obiettività.

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