sabato 5 febbraio 2011

SILVIO GUARDA A DESTRA, VIA AL RIMPASTO, TUTTI DENTRO




"La situazione del governo la vedo complicata ma con una buona capacità di azione popolare ma non ci sono riusciti. L'augurio che faccio al Governo di andare avanti è sincero, non so se sia possibile ma è doveroso provarci", "con il premier c'è un impegno assunto da tempo e oggi ha voluto ribadirlo, è un percorso che adesso dovrà trovare formalizzazione". "Nella lettera mi piace molto il passaggio che fa su Fini quando fa riferimento alla nostra Destra e alla destra che ha tradito e rinnegato i valori", "se Musumeci verrà nominato parliamo di una pesonalità pulita, onesta che si troverebbe bene ovunque". Queste le dichiarazioni di Francesco Storace (ex governatore del Lazio, ex An, ex Msi) leader del partito "La Destra" che annunciano un prossimo rimpasto del governo con il possibile ingresso di Musumeci. Ma la base della formazione di estrema destra non sembra affatto contenta, almeno a giudicare dalle reazioni, anche xenofobe, sul profilo facebook di Storace, questi alcuni esempi: "Non ci stiamo!", "Storace venduto al nanopedo", "vergognatevi!!!!!!!", "W la destra sempre! però si cacci chi disonora il nome dell'Italia pagando minorenni marocchine!", "arieccoci, di nuovo alleati con la destra plutocratica e ora pure puttaniera, e per giunta con straniere africane", "Silvio non può essere d'accordo su niente: pensa solo alla figa!", "Già avevo mal sopportato la 'prostituta' che si vendeva per il sottosogretariato all'attuazione del programma opposto al suo... Da tesserato, considera nullo il mio supporto se entrerai nel Governo...". 

Le reazioni:
Fondazione FareFuturo: "In fondo, basta mettersi d'accordo sulle parole. Anche perché, se per Berlusconi e Storace la 'destra' è quella che si vende per uno strapuntino e chiude gli occhi davanti a chi mette a rischio l'interesse nazionale, pazienza. Per tutti gli altri, e non solo per chi è di 'destra', quella parola significa tutt'altro...", "Quel partitino che candidò a premier (con sense of humour) Daniela Santanché, e rimase fuori da Parlamento per volere del popolo sovrano, ora avrà un suo esponente tra i banchi del governo (alla faccia della volontà popolare, per inciso)", "pare già di sentirli, gli slogan della campagna elettorale: la destra leale, la destra vera, la destra che non tradisce. Come se per davvero - e come sembra credere Berlusconi - la politica fosse un supermarket e bastasse appiccicarsi addosso un'etichetta, per essere e per rappresentare qualcosa. Come se la destra italiana fosse allergica al flusso della storia, chiusa e arcaica, xenofoba per missione e minoritaria per natura, tanto da aver sempre bisogno di un 'padrone' o di uno 'sdoganatore'". "Come se la destra italiana potesse riassumersi tutta nel rabbioso movimentuccio dell'ex governatore del Lazio e potesse limitarsi alla folkloristica rievocazione nostalgica a base di saluti romani, faccia cattiva e petto in fuori. Ma soprattutto, come se la vera destra italiana - pur tra mille errori - non fosse sempre stata attente custode di valori come il senso dello Stato, il rispetto delle istituzioni, l'amor di patria, l'etica pubblica, il decoro, la dignità, la sobrietà dei comportamenti".

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