Il senatore a vita Giulio Andreotti, durante un'intervista con Giovanni Minoli, in onda stasera su Raidue per "La storia siamo noi" sull'Avv. Giorgio Ambrosoli, ha dichiarato: "Non voglio sostituirmi alla polizia o ai giudici. Certo è una persona che in termini romaneschi se l'andava cercando". Parole che hanno suscitato - e scuscitano anche in me - un profondo senso di disgusto perché offendono la memoria di un vero EROE del nostro Paese. L'eroe borghese che difende la legalità rimanendo al suo posto, il servitore dello stato che, pur sentendosi abbandonato, continua a fare il proprio dovere per il rispetto della legalità.
Da poco è giunta anche la smentita, o meglio la precisazione del sette volte presidente del Consiglio: "Sono molto dispiaciuto che una mia espressione di gergo romanesco abbia causato una grave fraintendimento sulle mie valutazioni delle tragiche circostanze della morte del dottor Ambrosol. Intendevo fare riferimento ai gravi rischi ai quali il dottor Ambrosoli si era consapevolmente esposto con il difficile incarico assunto".
Le reazioni:
Umberto Ambrosoli, figlio di Giorgio: "Non so se le parole del Senatore Andreotti rappresentino un sentire comune. Francamente ho la sensazione opposta", "Il mondo economico finanziario ha fatto tesoro di quella esperienza per cambiare qualcosa" ma "il mondo politico sembra non aver fatto nulla di quell'esperienza".
E' lo stesso Corriere della Sera che commenta così la notizia: "Appare l'ennesima e più chiara manifestazione del fatto che Andreotti nello scontro tra Ambrosoli e il bancarottiere Sindona, da lui salutato come il 'salvatore della lira', ha saputo per chi schierarsi fin dal primo momento".
Walter Veltroni, dalla sua pagina di facebook: "Per chi volesse partecipare della nostalgia per i 'bei tempi' della prima Repubblica segnalo la incredibile dichiarazione di Andreotti secondo il quale Ambrosoli, ucciso da un killer su mandato di Sindona, "se l'è cercata". Se non si ha voglia di futuro, il passato ritorna".
Leoluca Orlando, IDV: "appaiono gravissime e sono un insulto al coraggio civile e alla cultura della legalità".
Antonello Piroso, giornalista: "La frase di Andreotti su Ambrosoli che la morte è andata a cercarsela? Solo chi non conosce la storia di quell'omicidio può stupirsene. Il killer Joseph Aricò, assoldato da Michele Sindona, prima di sparargli gli disse: 'Mi scusi, avvocato Ambrosoli'. Andreotti non mi risulta l'abbia mai fatto", "Non solo, anche Andreotti teneva un diario: ebbene, lui che pure vi annotava particolari quali l'ordine di arrivo di una corsa ippica alle Capannelle, il giorno in cui si sparse la notizia dell'omicidio di Ambrosoli, scrisse una sola frase: 'oggi ho incontrato il presidente della Tanzania, Nyerere'. Solo quelle parole, e nient'altro. Ogni altro commento, a questo punto, sarebbe superfluo".
Alfredo Mantovano, PDL: "Ha ricevuto, senza sollecitarlo, un incarico professionale gravoso. Lo ha portato avanti basandosi solo sulla sua competenza e sul suo senso del dovere. Sorprende che 30 anni sopo il presidente Andreotti continui a mostrarsi più vicino a Sindona che all'avvocato Ambrosoli".
Beppe Grillo, dal suo blog: "Andreotti non migliora con l'età anzi si guasta sempre più. Una mela marcia che continua a marcire. Un prescritto per rapporti mafiosi e salvato da Kossiga che lo nominò senatore a vita e dal Vaticavo di cui ha certamente seguito gli interessi economici oltre a quelli spirituali dal tempo dello Ior di Marcinkus".
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