L'assessore alla sanità della Regione Abruzzo, Lanfranco Venturoni, è agli arresti domiciliari da questa mattina. Ai domiciliari è finito anche un imprenditore.
La Procura della Repubblica di Pescara ha disposto gli arresti a seguito di un lavoro che dura da circa due anni. Dalle indiscrezioni sarebbero coinvolte molte altre persone, almeno 12 sarebbero state raggiunte da avviso di garanzia. Tra gli altri, per corruzione i senatori del Pdl, Paolo Tancredi e Fabrizio Di Stefano, e il Sindaco di Teramo, Maurizio Brucchi, per favoreggiamento l'ex assessore regionale all'Ambiente, Daniela Stati.
Secondo quanto appreso, Lanfranco Venturoni, in qualità di presidente del consiglio di amministrazione della Team spa, società a partecipazione pubblica per la gestione dei servizi ambientali municipali del Comune di Teramo, avrebbe favorito i fratelli Di Zio e la loro società per la realizzazione di un termovalorizzatore.
"Aspetto di conoscere gli atti e le motivazioni degli inquirenti. Pertanto, al momento, posso solo esprimere una fortissima solidarietà a Lanfranco", ha dichiarato Gianni Chiodi, governatore della regione.
Il senatore Fabrizio Di Stefano, ha dichiarato: "Sono stato raggiunto da un avviso di garanzia le cui motivazioni vengo a conoscere dagli organi di stampa. Se siano questo o altre poco mi importa, perché in questa e in qualunque altra vicenda sono assolutamente tranquillo e sereno, non avendo mai in alcun modo compiuto atti che violino le leggi".
Il senatore Paolo Tancredi, ha dichiarato: "Metto tutte e due le mie mani sul fuoco sull'integrità morale dell'assessore Venturoni; entrambi abbiamo sempre fatto le cose in completa trasparenza. Mi sento di poter dire che, a parte perché lo conosco e perché conosco le vicende, non c'è niente che non possa essere tranquillamente spiegato", "sulla mia posizione - continua il senatore - non posso parlare perché non conosco nulla, aspetto le carte. Sono tranquillo e sereno. Ovvio, sto ricevendo un avviso di garanzia, ma credo che avrò modo di chiarire".
Le reazioni:
Angelo Di Matteo, presidente Legambiente Abruzzo: "Il sistema criminoso messo in piedi in Abruzzo poteva essere una vera scure sulle buone pratiche di gestione dei rifiuti nella regione e l'affossamento di una delle migliori normative regionali in tema di rifiuti". "Da quello che sembra emergere - continua - questi amministratori e imprenditori avrebbero intrapreso un percorso teso a smontare la legge regionale in vigore, che consente l'incenerimento solo a fronte di una raccolta differenziata di almeno il 40% del totale, per perseguire i loro interessi e tra questi la realizzazione dell'inceneritore". Per l'esponente ambientalista "se fosse stato completato questo progetto criminoso avrebbe rappresentato un grave danno anche per l'economia della regione che deve invece puntare su una gestione sostenibile dei rifiuti e quindi una maggiore raccolta differenziata".
Andrea Pastore, senatore Pdl: "Esprimo vicinanza e solidarietà a Venturoni, ai colleghi senatori Di Stefano e Tancredi ed il sindaco Brucchi. Le procure abruzzesi di L'Aquila e di Pescara hanno intrapreso tra loro una vera e propria gara a caccia degli uomini del Pdl, sostituendo i fatti con delle fantasie. Si sono alzati in volo gli avvoltoi del centro sinistra sperando di sentire odore di cadaveri eccellenti". "Dopo il flop dell'inchiesta aquilana sull'assessore Stati (comunque dimessa dalla sua carica 'manu militari') - continua l'esponente berlusconiano - e di quello su AbruzzoEngineering tocca ad un galantuomo qual'è l'assessore Venturoni, provare l'umiliazione di una pena restrittiva, proprio lui impegnato a rivoluzionare con il presidente Chiodi, e con l'intero centro-destra, la Sanità abruzzese vero cancro del sistema Abruzzo. Si vuole forse che anche Venturoni tolga il disturbo? Mi auguro che quella parte della magistratura abruzzese più responsabile consideri che così operando si rischia di disonorare chi senza colpe esercita il mandato politico ma anche di rinviare 'sine die' il momento in cui l'Abruzzo potrà riprendere il cammino dello sviluppo. Si faccia presto a chiarire i fatti contestati agli inquisiti, ma sin da ora posso testimoniare che il presunto favore ricevuto da Forza Italia per la locazione della vecchia sede di Pescara è assolutamente inesistente e sarebbe stato facilissimo verificarne l'infondatezza con un semplice accesso di polizia giudiziaria. Se di questo livello sono anche gli altri fatti contestati credo che l'inchiesta non abbia le gambe per camminare e che il centro-destra, ed in primis il presidente Chiodi dovranno continuare, senza tentennamenti o esitazioni nel percorso intrapreso".
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