martedì 13 luglio 2010

IL GERMINAL CIMARELLI LANCIA "UN ALLARME SULLA PERICOLOSA CHINA CHE STA PRENDENDO LA NOSTRA CITTA'"



Il Centro sociale 'Germinal Cimarelli' scende in campo per la cultura, contro l'omologazione "e per lanciare un allarme sulla pericolosa china che sta prendendo la nostra città". Nel comunicato diffuso nei giorni scorsi, dopo una citazione de "La scomparsa delle lucciole" di Pier Paolo Pasolini, i giovani del Cimarelli hanno affermato di assistere, negli ultimi mesi: "ad un taglio netto delle risorse dedicate alle politiche culturali e sociali da parte del Comune di Terni"; "ad un utilizzo sconsiderato di azioni unilaterali come le ordinanze comunali o azioni repressive da parte della Questura"; "all'esplicazione di una politica dell'ordine e della sicurezza che in modo retorico attraverso le ordinanze antirumore e antibivacco, le telecamere in centro e poliziotti e i carabinieri di quartiere e le intimidazioni delle forze dell'ordine, attraverso multe e avvisi orali descrivono una città in allarme che la popolazione percepisce al di là del reale, e individua i giovani come un problema di ordine pubblico come le forze propulsive della città".
I giovani del Cimarelli affermano che dietro questa nuova politica cittadina si nasconde: "la tendenza oramai portata a strategia di marketing dall'utilizzo della percezione della paura come strumento terroristico per anestetizzare le popolazioni e controllare di riflesso i pochi che resistono"; "la debolezza della politica di fronte alle lobby di potere di alcune categorie della città"; "l'assenza nella politica locale di una consapevolezza e di uno spessore intellettuale, di una strategia, di una visione sulla città che comprenda lo sviluppo economico, la gestione dei beni pubblici e lo sviluppo del tessuto culturale e sociale".
"Terni - continuano - è una città accogliente e aperta, facciamo in modo che rimanga tale e che possa in più diventare attrattiva, vivace, creativa e quindi in grado di innovazione".
Quindi, arriviamo alle proposte: "ritiro delle ordinanze antirumore e antibivacco e la fine delle politiche repressive che mortificano l'agibilità democratica, le realtà vive del territorio e l'intelligenza dei cittadini"; "l'utilizzo della partecipazione come strumento privilegiato dell'amministrazione per definire le politiche in ambito di qualità urbana, politiche culturali e sociali"; "l'investimento di maggiori risorse nei setori chiave dello sviluppo e della tenuta sociale della città"; "la definizione di un'idea di città solidale, aperta, plurale, viva, creatica e giovane".
Per concludere, lanciano un appello ai "giovani della città" alle "forze attive del territorio in ambito sociale e culturale e politico" che "devono assumersi la responsabilità di invertire questa rotta, di uscire dalla difesa della propria storia personale e dei piccoli interessi e impegnare le proprie risorse, le proprie capacità, le proprie idee per realizzare una visione più ampia e complessa della città che vogliamo".

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