I giudici della seconda sezione della Corte d'Appello di Palermo, hanno condannato Marcello Dell'Utri, senatore del Popolo della Libertà, a sette anni di reclusione per concorso esterno in associazione mafiosa. Riformando la sentenza di primo grado, la corte ha ridotto la pena da nove a sette anni ed ha assolto Dell'Utri per i fatti commessi in epoca successiva al 1992 perché "il fatto non sussiste".
L'avvocato Giuseppe Di Peri, uno dei legali della difesa, prima della lettura della sentenza ha dichiarato: "Questa sentenza sarà comunuque una liberazione perché l'abbiamo attesa con molta ansia. In questo momento non prendiamo in considerazione la prescrizione perché abbiamo fatto appello per avere l'assoluzione. In ogni caso la conferma del primo grado non la vuole neanche la procura generale che ha chiesto la riforma".
Pietro Federico, un altro legale di Dell'Utri: "C'è stata una vera campagna di stampa tale da condizionare la Corte. Non si è mai vista una Corte fare un comunicato stampa", e ancora, "L'appello è stato trasformato in un campo di battaglia è stato alquanto irrituale leggere oltre al comunicato della Corte anche quelli dell'Associazione nazionale magistrati e dell'Ordine degli avvocati".
Nino Mormino, ulteriore avvocato di Dell'Utri: "Con questa sentenza si mette una pietra tombale sulla presunta trattativa tra Stato e mafia durante il periodo delle stragi. Quello che ha detto Spatuzza non è stato evidentemente preso in considerazione come voleva l'accusa".
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