Come era prevedibile, dopo le elezioni che hanno visto una Lega vittoriosa in tutto il Settentrione, il clima che si respira in tutta la coalizione di destra è sempre più teso.
Oggi Umberto Bossi ha nuovamente rilasciato dichiarazioni che hanno scatenato dure reazioni. Da Milano, dopo aver chiarito che la Lega Nord "non è disponibile a una federazione con il Pdl" (Corriere della sera.it), ha dichiarato: "Le banche più grosse del nord avranno uomini nostri a ogni livello. La gente ci dice prendetevi le banche e noi faremo così". Dichiarazioni non di poco conto che si vanno ad aggiungere alle altre relativi alle riforme e alla legge elettorale. Per Bossi, quanto alle riforme, "si va in Commissione ed è lì che si vede quale è l'interesse del Pd a fare le riforme", "Si parte dal Consiglio dei ministri, che approva la legge, poi si vedono le modifiche che porta la sinistra". Per la legge elettorale, tuona: "Non si tocca. Stiamo parlando di federalismo e non di legge elettorale. La legge elettorale funziona già ed io toglierei il doppio turno anche alle Comunali. Se si fa il federalismo si deve fare il Senato federale. Ma Schifani non ha detto che non vuole il Senato federale, ha detto che non deve diventare una Camera di seconda serie e non lo sarà". Alla domanda circa la possibilità che un leghista vada a Palazzo Chigi, il senatùr risponde: "Vedremo. Abbiamo già dimostrato che tutto è possibile".
I finiani reagiscono quasi contemporaneamente anche se in modo scomposto. Andrea Ronchi ha dichiarato: "Dopo Berlusconi solo Fini". Italo Bocchino, vicepresidente dei deputati del Pdl e finiano di ferro, si è spinto oltre dichiarando in un'intervista rilasciata a Kllaus Davi: "Meglio un premier gay che leghista". Punzecchiato da Davi, ha detto che per lui non ci sarebbe alcun problema se un futuro presidente del Consiglio fosse gay: "Sì a un premier omosessuale se eletto dagli italiani perchè sono contrario a qualsiasi forma di discriminazione e se venisse eletto dal popolo avrebbe tutto il diritto di governare il Paese". "Favorevole a un premier gay - ha continuato Bocchino - ma non a uno leghista. Come ho più volte detto, il presidente del Consiglio non può rappresentare solo un'area del Paese e un leghista a capo del governo è improbabile per una ragione di 'limite territoriale' che la Lega ha: non può governare un interno Paese chi ne rappresenta solo una parte". Inoltre "la Lega non può essere il partito traino della coalizione, rappresenta un terzo del territorio e ha problemi di credibilità internazionale, tipici di tutti i partiti politici limitati in una parte di territorio e identitari. Un partito che fa leva inevitabilmente sull'egoismo".
Insomma la coalizione che si è dichiarata vittoriosa anche alle ultime regionali è sempre più divisa. L'unico che può ancora tenerla unita è Silvio Berlusconi che, però, in questi giorni è stato troppo occupato a scattarsi foto con gli altri leaders mondiali, a fare scherzi e battute e ad alterarsi perchè è stato lasciato a piedi, all'uscita del Convention Center di New York, sopo la cena offerta da Obama agli altri capi di Stato e di Governo invitati al Vertice sul nucleare...
Nessun commento:
Posta un commento