"Il Governo di accinge a modificare una parte rilevante della normativa su tv e internet senza alcun coinvolgimento del Parlamento", "questo vero e proprio blitz è affidato al decreto di recepimento della direttiva Ue del 'product placement', approvato a metà dicembre e che da oggi è all'esame della Camera, ma solo per un parere non vincolante", Paolo Gentiloni, Responsabile comunicazioni del Pd.
Dal sito dell'ex Ministro delle Comunicazioni si legge, inoltre, "Articolo 4, comma 1, lettera a: rientrano nella definizione di servizio media audiovisivo i servizi, anche veicolati mediante siti internet, che comportano la fornitura o la messa a disposizione di immagini animate, sonore o non, nei quali il contenuto audiovisivo non abbia carattere meramente incidentale", "è questo il grimaldello contenuto nel decreto del Governo su tv e Internet attraverso il quale si vorrevvero far passare una serie di controlli e di limitazioni alla tv su protocollo Internet, alle web tv e a piattaforme internet che usano l'audivisivo a cominciare da Youtube. Una volta rientrati nella definizione generale di servizio di media audiovisivo, infatti, siti e piattaforme web che fanno un uso non incidentale di immagini video potranno essere soggetti alle norme e alle limitazioni tipiche delle piattaforme tv. A cominciare dalle autorizzazioni ministeriali: lo stesso decreto (art. 17) prevede che diventi necessaria un'autorizzazione del Ministero anche per la diffusione continua in diretta o live streaming e su Internet o web casting". "Questo decreto - continua Gentiloni - è un vero scandalo. Oltre a questa norma anti web ci sono diversi regali a Mediaset e c'è l'eliminazione delle norme introdotte dal Governo Prodi a favore della produzione indipendente di fiction e del cinema italiano. Il tutto con un decreto che prevede solo pareri parlamentari 'non vincolanti' e ancora una volta trasforma il Parlamento in una casella postale. Oggi è cominciata la battaglia nostra, dell'Idv e dell'Udc nelle commissioni parlamentari. Nei prossimi giorni sono certo che la mobilitazione crescerà sia on line che off line".
L'Associazione Articolo 21, scrive che "Il decreto include la fornitura delle immagini via internet tra le attività che necessitano di un'autorizzazione del Governo, poi estende la rigida disciplina del diritto d'autore ai fornitori di servizi via internet con disposizioni dagli effetti simili a quelli della controversa legge francese (per inciso c'entra qualcosa la causa di Mediaset contro Youtube per i filmati trasmessi su quest'ultima piattaforma?). Infine estende il diritto di rettificare anche ai Tg eventualmente trasmessi sul web anche in questo caso con un intento che ricorda quanto il Governo ha già tentato di fare con riferimento ai Blog, per cui potrebbe essere una disposizione che apre la strada per imbavagliare i contenuti veicolati o su Internet in tutte le loro forme (soprattutto se letta in combinato disposto con la norma sul diritto d'autore)".
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