L'Onorevole Giulia Bongiorno, legale del Presidente della Camera Gianfranco Fini, ha rilasciato la seguente dichiarazione apparsa oggi su 'Il Fatto Quotidiano': "Il 30 settembre, dopo aver letto Il fatto Quotidiano, mi sono presentata nella cancelleria del gip e ho scoperto che il fascicolo era bloccato. Solo quel giorno ho appreso l'esistenza di un provvedimento, mai notificato alle parti, datato 24 settembre 2009, che sospendeva il procedimento per l'entrata in vigore della legge Alfano. Immediatamente, come mi è stato richiesto dal presidente, ho depositato un'istanza nella quale Fini rinuncia alla sospensione della legge Alfano e chiede di essere processato come un cittadino comune".
A una settimana dalla decisione della Corte Costituzionale sul destino della legge Alfano, dunque, la terza carica dello Stato prende questa importante decisione che lascia il solo Berlusconi ad utilizzare le prerogative che derivano dalla discussa legge.
Il Presidente Fini venne querelato dal pm Henry John Woodcock a causa delle sue affermazioni rilasciate a 'Porta a Porta' del 18 giugno 2006: "Woodcock è un signore che in un paese serio avrebbe già cambiato mestiere, è noto per una certa fantasia investigativa e il Csm avrebbe già da tempo dovuto prendere provvedimenti".
Alcune malelingue, però, hanno evidenziato che per essere processati oltre alla rinuncia della sospensione del lodo Alfano occorrerebbe superare anche un altro ostacolo, quello della Giunta per le autorizzazioni della Camera che potrebbe bloccare tutto laddove ritenesse che le parole pronunciate al programma di Vespa fossero connesse all'attività politica. E' sempre l'Onorevole Bongiorno a tranquillizzare: "Anche se si tratta di una prerogativa della Camera e non del singolo deputato, il Presidente chiederà di votare contro l'insindacabilità e ritengo che i deputati seguiranno la sua indicazione".
Nessun commento:
Posta un commento