venerdì 16 ottobre 2009

IL BUONO E GIUSTO RIPARTE ALL'ATTACCO DELLA COSTITUZIONE E DELLA RAI


"Io sono per una riforma costituzionale che proprio prenda il toro per le corna e che faccia del nostro paese una democrazia vera non soggetta al potere di un ordine che non ha legittimazione elettorale"
Il Presidente Berlusconi, prima di lasciare Sofia, ha rilasciato una serie di dichiarazioni. "Una rivoluzione", "una riforma della Costituzione" perchè la riforma del processo penale che giace in Senato "non è sufficiente". "Nel momento in cui è stata abolita l'immunità dei parlamentari sono i giudici e non i cittadini a decidere chi può continuare a fare il parlamentare o meno e chi può continuare o meno a governare il paese. Questo non credo che faccia parte di una vera democrazia e sono fortemente intenzionato a cambiare le cose in Italia. Credo che a questo punto valga la pena di rivisitare la costituzione attraverso appunto una legge costituzionale. Se avremo i numeri per farlo in parlamento lo faremo in parlamento e allora sarà più veloce, se non avremo i numeri in parlamento la faremo con un ricorso agli elettori". La bocciatura del Lodo Alfano da parte della Corte Costituzionale "è stata una decisione assolutamente non condivisibile, cioè la Corte praticamente ha detto ai PM rossi di Milano: riaprite la caccia all'uomo nei confronti del presidente del Consiglio".
Alla domanda sulla possibilità di larghe intese, relativamente alla riforma, risponde: "Vedremo come sarà possibile fare. La legge costituzionale prevede l'intervento degli elettori, del popolo. Credo che un cambiamento così debba essere fatto anche attraverso il ricorso al popolo".
Poi, il premier ricorda la visita a Sofia di qualche anno fa, quella del cosiddetto editto bulgaro, quando attaccò "l'uso criminoso" della Rai e dichiara "sono stato male interpretato". Rispondendo ad una domanda su Santoro, però, sottolinea: "possono restare a vita in televisione ma non possono fare un uso criminoso della televisione. Non ci si deve meravigliare che siano sempre di più gli italiani che non pagano il canone. Credo che ci saranno delle brutte sorprese per il bilancio della Rai. Faccio una previsione, il 50% degli italiani non pagherà più il canone".


Carlo Verna, Segretario nazionale Usigrai: "Da Sofia gravissimo bliz anti Rai del Presidente signor conflitto di interessi Silvio Berlusconi, cui l'aria bulgara fa decisamente male. Come può compiacersi il cape del governo per una legge dello Stato (quella che prevede il pagamento del canone per il servizio pubblico) non rispettata? Vuole Berlusconi un dibattito pubblico sulla qualità dei programmi e dei Tg Rai? Conveniamo con lui cominciando dalla prima emergenza che riguarda notizie non date e silenzi assordanti su qualunque tema implichi riflessioni sulla realtà del Paese. Se invece intendesse andare contro la Rai e il canone mettendo così a repentaglio i nostri posti di lavoro, per una volta prendendo spunto da una prassi che non ci piace, saremmo costretti ad uno sciopero ad personam".
Paolo Gentiloni, responsabile comunicazione del Pd: "Il presidente Berlusconi non è nuovo a fare battute sul canone Rai che sono di fatto un invito all'evasione fiscale. Il tentativo di indebolire il servizio pubblico, di ridurre gli spazi di libertà di stampa, di chiudere o normalizzare le trasmissioni scomode si sposta con la tutela degli interessi proprietari delle sue televisioni, magari usate per intimidire i magistrati. Tutto questo usando l'arma dell'invito a non pagare il canone: siamo davvero ai vertici del conflitto d'interessi".
Pierluigi Bersani, candidato segretario del Pd: "Nel precedente editto di Sofia aveva mandato a casa qualche conduttore, stavolta mi pare che bombardi la Rai".
Roberto Rao, Udc membro della commissione vigilanza Rai: "Le previsioni di Berlusconi sul numero di italiani che non pagheranno il canone sono insieme preoccupanti e sospette: perchè un presidente del Consiglio dovrebbe contrastare l'evasione e non incentivarla, e perchè a fare questi pronostici, avallati a quanto pare da sondaggi in suo possesso, è il proprietario della principale azienda concorrente della Rai. Far passare il principio che un cittadino, a fronte di un programma che non condivide, possa legittimamente scegliere di non pagare il canone, significa dare un colpo di grazia al servizio pubblico in termini di risorse, spianare la strada a Mediaset e lanciare nel Paese un messaggio di istigazione all'anarchia fiscale che finirebbe per essere 'adattato' ad altri settori oltre a quello della comunicazione".
Daniele Capezzone, portavoce del Pdl: "Anzichè polemizzare senza argomenti contro Berlusconi, le opposizioni farebbero bene a ricordare che a pagare la Rai sono i cittadini. Ed è naturale che, se questi cittadini vedono che il servizio pubblico si muove sistematicamente in modo fazioso, usando le trasmissioni di approfondimento politico contro la maggioranza liberamente scelta dagli elettori, in tanti possano stancarsi di finanziare una propaganda politica partigiana e parziale".

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