Il Presidente della Camera, Gianfranco Fini, dalla Fiera del Libro di Francoforte tira il freno alla riforma della giustizia avvertendo "un conto è ipotizzare una qualche forma di separazione delle carriere, ma ben diverso è prevedere che il magistrato inquirente sia sottoposto ad altri poteri che non siano il solo ordine giudiziario. Vedremo quali proposte andranno avanti. Ma c'è un tema sul quale non ho cambiato idea: è essenziale che venga rispettato il principio costituzionale di autonomia e indipendenza di tutti i magistrati. E sottolineo tutti...".
Immediate le reazioni del Pdl attraverso una dichiarazione congiunta: "è fuori discussione ogni ipotesi di subordinazione del Pm all'esecutivo, tra l'altro mai prevista dal programma di governo". La Consulta per Giustizia del Pdl ha definito questa ipotesi "frutto di una totale invenzione nel tentativo di creare una strumentale polemica. La più rigorosa indipendenza della Magistratura è un valore unanimamente condiviso". Alcune indiscrezioni dai vertici del Pdl affermerebber che l'ex leader di Alleanza Nazionale sia stato male informato da qualcuno a lui molto vicino, probabilmente il suo avvocato Giulia Bongiorno anche se non possiamo dimenticare che il premier, Silvio Berlusconi, pochi giorni fa alla Festa di Benevento affermò che in Francia e in Inghilterra i pm "non sono autonomi nel più ampio arbitrio come da noi".
Attendiamo soltanto il confronto tra i due fondatori del Partito delle Libertà che dovrebbe tenersi la prossima settimana.
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