lunedì 13 luglio 2009

STORIE DALL'ITALIA CHE REGREDISCE: LA GELMINI "LA SCUOLA NON PUO' PROMUOVERE SEMPRE TUTTI"


Ritengo sia assurdo che un Ministro della Repubblica riesca a vantarsi del fatto che agli esami di maturità siano stati bocciati quindicimila studenti, tremila in più rispetto all'anno passato. La Ministra Mariastella Gelmini, commentando i primi risultati sulla maturità, ha dichiarato: "Una scuola che promuove tutti è una scuola che non fa il bene del ragazzo. Io ho idee diverse", e ancora: "non fa mai piacere quando il ragazzo viene bocciato, ma la scuola deve assumere il compito di educare e anche segnalare quando ci sono delle lacune. Bisogna quindi premiare chi si impegna durante l'anno. Perchè ci deve essere una differenza tra chi si dedica allo studio e chi invece no".
Che la scuola italiana avesse bisogno di una riforma è uno dei ritornelli che sento ripetere da quando sono nato. Oggi, finalmente qualcuno c'è riuscito. Ma a ben guardare mi sembra di essere tornato un pò troppo indietro. Per prima cosa, leggendo le pagine del sito del Governo Berlusconi, mi viene la pelle d'oca a pensare che chi ha scritto la pagina "Una scuola di qualità: serietà, merito, educazione" (http://www.governoberlusconi.it/print.php?id=162 ) sia poi la stessa persona che ha riformato la scuola.
L'inizio non è incoraggiante perchè sembra di leggere un testo di economia, "negli ultimi dieci anni la spesa del ministero dell'istruzione è aumentata del 30%: da 33 miliardi di euro del 1999 a 43 miliardi nel 2008. La spesa pubblica per la scuola è esplosa, senza migliorarne la qualità, che è costantemente diminuita e degradata". Poi si continua con le solite menate che da vent'anni sembrano andare tanto di moda: "l'idea che fosse vietato vietare e che l'autorità fosse un male, ha portato alla delegittimazione della funzione educativa del maestro", "la lotta alla selezione ha portato alla cancellazione del merito", "l'idea che la promozione sia un diritto e la bocciatura una punizione: si è confusa l'opportunità di studiare con il 'diritto' a ricevere automaticamente un titolo di studio dopo un certo numero di anni, una sorta di anzianità scolastica", "studenti che giudicano gli insegnanti: l'insegnante migliore non è più quello preparato ed esigente, ma quello che promuove senza nulla chiedere in cambio".
Non voglio qui entrare nel merito della riforma - avremo modo di farlo in seguito - vorrei analizzare un pò cos'è che sta dietro. Mai un riferimento al diritto allo studio, mai delle pari opportunità. Soltanto una serie di cifre e di autoritari e preoccupanti diktat. In un Paese come l'Italia in cui il diritto allo studio, garantito dalla Costituzione, non è mai stato attuato a pieno come possiamo permetterci di allontanarlo ancora di più? Il merito è importantissimo ma la domanda che dovremmo porci è se tale risultato sia raggiungibile soltanto con la bocciatura e se l'aumento delle bocciature sia un qualcosa che vada celebrato o il segno di una crisi profonda del sistema scolastico che questa riforma non è riuscita sicuramente a risolvere.

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