Il caso Villari non si è ancora concluso. Come avviene per i "grandi resistenti" alle dimissioni della storia italiana, specialmente per quelli legati alla Rai - che ne siano Presidenti o che siano Presidenti della Commissione di vigilanza -, non è mai facile uscire di scena.
L'ultima notizia è che "il senatore Riccardo Villari, assistito dall'avvocato Antonio Baldassarre, ha presentato ricorso alla Corte Costituzionale, secondo quanto si è appreso, sollevando il conflitto di attribuzione contro le decisioni dei presidenti della Camera e del Senato, Gianfranco Fini e Renato Schifani, a seguito dello scioglimento della commissione parlamentare di vigilanza e della sua rimozione da presidente. Baldassarre, già presidente del Cda Rai nel 2002 e in precedenza presidente della Corte costituzionale, ha depositato ieri mattina il ricorso, cioè una relazione di 37 cartelle" (ANSA del 19/02/2009, 13.59).
Riccardo Villari continua, dunque, a resistere e non poteva trovare 'difensore' migliore. Uno di quelli che viene citato in tutti gli articoli che parlano di 'poltrone incedibili' e difficili dimissioni e che, per di più, è stato anche Presidente della Consulta.
A riguardo cito un recente articolo di Mario Ajello apparso sul Messaggero a novembre dello scorso anno in cui il giornalista parlando della vicenda Villari dichiara "Pur di non mollare il posto, ci si appella a cavilli giuridici, al senso di 'responsabilità istituzionale' (come Riccardo 'cuor di leone' Villari), al bene della nazione, alla Ragion di Stato, alla tigna dell'Ego...", e ancora, "E Baldassarre, o Baldapapà? Ad Antonio Baldassarre, Presidente della Rai dal 2002, il nomignolo deriò dal 'sentimento paterno' che confessò di provare per una giovane starletta, Francesca D'Auria. Ma il meglio lo diede nella capacità di barricarsi a Viale Mazzini, mentre perdeva un pezzo di Cda al giorno. A un certo punto, rimasero in tre: e si parlò di 'triciclo'. Che poi diventa un 'Cda smart', ovvero a due posti, perchè lascia anche il centrista Staderini. Ma Baldapadre e il leghista Albertoni non mollano: 'Siamo gli ultimi giapponesi e ci salutiamo così: sayonara!'. Dal loro bunker del Settimo Piano, diramano dispacci del tipo: 'Siamo nella pienezza di poteri!'. Dopo tanto tempo, s'arrenderanno. Perchè questa è la sorte dei grandi resistenti..." (l'articolo è di seguito riportato integralmente).
Il Messaggero del 17/11/2008, di Mario Ajello "Rai, il fascino della poltrona incedibile"
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