Tra le misure approvate dal Cdm e presentate in conferenza stampa dal ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, e dal presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, c'è anche la soppressione delle province con meno di 300.000 abitanti e dei comuni con meno di 1.000. Tra le 36 province che andrebbero a scomparire c'è anche quella di Terni con i suoi 234.665 abitanti.
Probabilmente verrà inserito anche un criterio legato all'ampiezza del territorio ma il testo non è stato ancora esposto nel dettaglio.
In una regione come l'Umbria, con la soppressione della provincia di Terni ci sarebbe una sovrapposizione insensata tra regione e provincia di Perugia. Quindi che fare? Abolire anche la provincia di Perugia e lasciare tutto in mano alla sola regione? Bilanciare gli abitanti e i territori delle due province?
Le reazioni:
- Marco Vinicio Guasticchi, presidente della Provincia di Perugia e presidente umbro dell'Upi (Unione delle province italiane): "si è ancora una volta preferito raschiare il barile degli enti locali, in particolare piccoli comuni e province, anziché affrontare un percorso serio e partecipato di riordino istituzionale e tagli dei costi della politica partendo dall'alto, dai privilegi, vitalizi e stipendi da nababbi che in tanti nella pubblica amministrazione continuano a percepire". Guasticchi ha continuato: "sulle province, a partire da quella di Terni, ed i Comuni, possa esserci ancora spazio, in Parlamento, per correzioni e miglioramenti ad un taglio indiscriminato che considera soltanto il mero dato della consistenza numerica degli abitanti e non tiene conto delle caratteristiche territoriali, storiche e sociali dei diversi contesti geografici, Umbria compresa";
- Feliciano Polli, presidente della Provincia di Terni, parla di "un gigantesco passo indietro per l'Umbria che ha solo due province". "L'Umbria si ritroverebbe con una sola provincia, quella di Perugia - ha continuato - come era fino al 1927, ma con uno Stato centralizzato come quello attuale è assurdo". "E' un'operazione grossolana ma d'altra parte in questo momento al centro dell'attenzione c'è il problema dei costi della politica e le Province sono state prese di petto. Bisogna cercare di evitare che questo succeda. Anche per evitare di concentrare tutto sulle Regioni che rischierebbero di diventare piccoli statarelli".
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