"Sappiamo che qui a Terni avete un grande problema: si chiama monsignor Paglia. Ma noi abbiamo una soluzione per risolvere i problemi con i monsignori: prendete un cinghiale, affamatelo per bene e poi scagliateglielo contro", questa è la frase che il gruppo veneto Osteria Popolare Berica ha pronunciato sabato scorso dal palo dell'anfiteatro Fausto di Terni alla manifestazione, organizzata da Arciragazzi con il patrocinio del ministro della Gioventù; frase che ha scatenato il finimondo in una città, come la nostra, che sta passando uno dei momenti più critici della sua storia.
Le reazioni:
- Il gruppo de 'I ribelli del Pd' (Anna Bartolini, Alessandro Chiappalupi, Riccardo Giubilei, Valdimiro Orsini, Michele Pennoni, Gianfranco Teofrasti, Sergio Trivelli): "L'equilibrio e la capacità di governo della città passano attraverso la scelta di manifestazioni culturali di buon gusto, in grado di includere e far crescere una Comunità. Il messaggio di odio e rancore che viene dalla serata di ieri all'Anfiteatro Fausto, organizzata da Arci ragazzi, dalla cooperativa Edit che, in linea con la 'politica dei figli di', gestisce da anni il centro di Palmetta, non fa onore alla nostra città, tanto meno al Comune e all'assessorato alla Cultura che ancora una volta scivola nella deriva ideologica". "Mentre l'Arci, insieme alla Caritas, si fanno carico proprio in questi giorni dell'accoglienza dei profughi libici, questi ragazzotti della Edit si permettono il lusso di chiamare gruppi musicali che dal palco dell'Anfoteatro Fausto sparano ad alzo zero e giocano a fare i rivoluzionari, forti dei rapporti politici che garantiscono loro la possibilità di fare cose semplicemente impossibili per tutte le altre associazioni culturali della città. Al di là del cattivo gusto e delle offese gratuite rivolte a monsignor Paglia, un punto di riferimento per l'intera comunità ternana, torna l'incapacità di uscire dalle logiche di parte, da vecchie visioni di contrapposizioni che non giovano a nessuno";
- Raffaele Nevi, Pdl: "Da ternano provo vergogna a leggere che il vescovo Paglia sia stato insultato pubblicamente durante uno 'spettacolo' organizzato dall'Arci da sempre partner 'culturale' di Comune e Regione in nome di una militanza comune tra chi gestisce questa associazione e chi governa le istituzioni. Si ripete una triste storia che è cominciata con gli attori che urinavano sul palco, è passata per lo 'spettacolo' delle bestemmie ed ora siamo arrivati agli insulti al vescovo. Anche questa volta ci sarà qualcuno che ci spiegherà che tutto ciò è arte e che noi siamo incapaci di capire queste raffinatezze? Viene da chiedersi poi come mai questi grandi artisti che vengono da fuori si permettono di fare tutto ciò. Chi è l'occulto suggeritore?";
- Enrico Melasecche, Udc: "Terni città della cultura per il 2019? - scrive l'esponente della vela in un comunicato - Manca il senso del ridicolo. Di Girolamo spieghi perché continua a finanziare dopo la pipì dal palco, le bestemmie in teatro, adesso l'inno al cinghiale affamato contro il Vescovo Paglia". Mentre altrove "in Umbria si lavora di fino - continua Melasecche - pensando alla sfida per il 2019, accreditando nel mondo che conta e che decide l'accoppiata fra la cattolicissima Assisi e la laica Perugia, quella delle mostre sul Perugino e sul Pintoricchio sai trecentomila visitatori qui dal Caos rilanciano con il flop gigantesco di Pier Matteo D'Amelia". "Alle città del Morlacchi e del Lyrick, si un Pala Evangelisti, dalle migliaria di posti per i grandi eventi, qui ci si prepara alla sfida con un Verdi che crolla, abbandonato al suo destino, mentre si costruisce una terza piccola struttura (dopo il Gazzoli e Palazzo Primavera), quel teatrino Secci di famiglia, gradevole ma inservibile per un balletto classico o una commedia con scenografia importante. Trecento posti sono meno del condominio che sta sorgendo al PEEP di Cardeto! Dove ascolteremo il concerto finale del Casagrande o le performance di Lonquich, di Uto Ughi, di Abbado con le orchestre relative? Al Libero Liberati sotto la pioggia?";
- Leopoldo Di Girolamo, sindaco di Terni: "L'Amministrazione Comunale di Terni prende le distanze e condanna le parole prive di ogni fondamento espresse sul palco dell'Anfiteatro. Si tratta di dichiarazioni non prevedibili, estemporanee, che arrivano da persone che non conoscono la realtà ternana. In questi anni il Vescovo Paglia, a cui esprimiamo tutta la nostra vicinanza e solidarietà, è stata una voce importante che ha invitato alla riflessione su questioni fondamentali per Terni, come quelle della sua identità, del lavoro, dell'accoglienza, della solidarietà. Con il Vescovo abbiamo condiviso battaglie essenziali per Terni, come quelle della crisi di aziende strategiche, per la difesa delle produzioni siderurgiche e chimiche. Una figura di riferimento per tutta la comunità ternana, una persona che si è spesa con capacità, autorevolezza, generosità, a difesa di Terni, dei suoi valori, delle sue aspettative, delle sue fonti di sostentamento. La figura di mons. Paglia in questi anni è stata di aiuto, di crescita culturale e spirituale";
- Simone Guerra, Assessore alla Cultura del Comune di Terni: "Non voglio polemizzare in alcun modo con rappresentanti del consiglio comunale, assemblea per cui nutro il massimo rispetto. Intendo solo precisare che il Festival dei giovani è una esperienza positiva anche per quanto attiene le forme di finanziamento". "Gli organizzatori, l'Arciragazzi nazionale, ha convogliato su Terni un finanziamento del ministero della Gioventù, presidenza del Consiglio dei Ministri, nell'ambito del Progetto Giovani cittadini per costituzione, che ha coinvolto 17 città italiane in dieci regioni. Si tratta di circa 50 mila euro ai quali vanno aggiunti i 5mila euro provenienti dal Comune e che, ci tengo a specificare, non sono un aggravio agli attuali conti del Comune. La modesta somma messa a disposizione è una economia che proviene dalle iniziative dello scorso anno sull'Onu dei giovani, un'esperienza anch'essa incentrata sui temi della partecipazione e della Costituzione";
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