Raffaele Fitto |
La proposta è stata presentata da Raffaele Fitto, ministro per i Rapporti con le Regioni e per la coesione territoriale, con il parere conforme del ministero dell'Economia e delle finanze, ed il Consiglio dei Ministri ha impugnato la legge della Regione Umbria n. 4/2011 recante 'Disposizioni collegate alla manovra di bilancio 2011 in materia di entrate e di spese'.
In un comunicato del Dipartimento per gli Affari Regionali si legge: "La legge è stata censurata nella parte in cui, nel prevedere agevolazioni Irap a soggetti passivi del tributo per l'anno d'imposta successivo a quello del 31/12/2010 e per i quattro anni successivi, si pone in contrasto con la normativa statale di riferimento, violando l'art. 117, comma 2, lettera e della Costituzione. E' stata inoltre censurata nella parte in cui, prorogando gli effetti dell'art. 6 della legge n. 16/2005 viola la disciplina generale in materia di accesso alla dirigenza del Ssn recata dal Dpr 483/1997, creando disparità di trattamento in ambito nazionale, ponendosi in contrasto con l'art. 15 del D.Lgs. 502/1992 viola l'art. 117, terzo comma Cost., in materia di tutela della salute delle professioni", "E' stato tuttavia, d'intesa con la Regiona Umbria, individuato un percorso che porterà alla modifica delle parti impugnate delle leggi e, all'esito, alla conseguente rinuncia alle odierne impugnative. Inoltre, il Consiglio dei Ministri ha esaminato le leggi regionali Umbria 3 e 5 del 2011 deliberando la non impugnativa".
Franco Tomassoni |
E' lo stesso assessore regionale al bilancio, Franco Tomassoni, a commentare la notizia e a smentire qualsiasi eventuale accordo con il Governo: "Nessuna intesa con il Governo nazionale per modificare il Collegato alla manovra di Bilancio 2011 dell'Umbria". "La Regione Umbria - ha dichiarato l'assessore - non modificherà di una virgola una normativa che prevede l'agevolazione dell'Irap per le imprese che assumono o stabilizzano i lavoratori, incrementando l'occupazione a tempo indeterminato all'interno dell'azienda. La decisione del Governo di impugnare una misura che ha effetti certamente positivi sulle imprese che assumono e sull'intero sistema produttivo regionale è assolutamente incomprensibile, tanto più perché finanziata con risorse proprie della Regione e perché anticipa quanto previsto dalla recente riforma sul Federalismo Fiscale approvata dal governo. D'altronde analogo provvedimento era stato adottato dalla Regione Piemonte nell'agosto 2010 senza che il Governo avesse avuto nulla da eccepire".
Raffaele Fitto ha immediatamente replicato all'Assessore: "Attenderemo la decisione della Corte Costituzionale". "L'ipotesi di possibili modifiche alla legge impugnata era scaturita, nel rispetto del principio di leale collaborazione, da contatti a livello tecnico tra gli uffici legislativi, dopo che il Ministero dell'Economia e delle Finanze e i Dipartimenti della Pubblica Amministrazione e della Innovazione e quello delle Politiche Europee avevano chiesto l'impugnativa della legge dinanzi alla Corte Costituzionale con motivate argomentazioni". "E' bene ricordare - ha concluso il ministro - che tra i motivi di impugnativa non vi è solo la tematica delle agevolazioni Irap, ma anche l'introduzione di una misura selettiva e, dunque, vietata dal diritto comunitario nonché la violazione della disciplina generale in materia di accesso alla dirigenza del Ssn".
Raffaele Nevi, Fiammetta Modena, Gianluca Cirignoni |
Non si fa attendere la reazione dell'opposizione a Palazzo Cesaroni: "Il Governo ha azzerato il provvedimento con cui la Giunta regionale ha voluto caratterizzare il Dap prima e il bilancio poi e cioè la famosa riduzione dell'Irap per chi assume nuovo personale". Questo è quanto si legge in una nota congiunta Pdl-Lega in una nota firmata da Fiammetta Modena, Raffaele Nevi e Gianluca Cirignoni. "Nella foga di ridurre al massimo la portata di questo provvedimento - hanno continuato - e renderlo soltanto una norma bandierina, come abbiamo detto nel corso della discussione, sono andati oltre le disposizioni di legge e Costituzione, incappando nel cartellino rosso del Governo. Avevamo ragione noi a chiedere una misura più ampia che avrebbe dato maggiore beneficio alle imprese e non sarebbe incappata nel vizio di legittimità sollevato dal Governo". Gli esponenti del PdL e della Lega ricordano che furono gli stessi uffici regionali preposti a sollevare il dubbio di legittimità "ma la Giunta e la presidente sono andati avanti ugualmente confidando, forse, nei buoni agganci con la burocrazia romana. Ma così non è stato e questo mette in evidenza ciò che ormai in tutta l'Umbria si dice e cioè che sono finiti i tempi in cui Maria Rita Lorenzetti con un viaggio a Roma risolveva tutto parlando con i direttori generali amici".
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