Il Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, e il deputato ex Fli, Catia Polidori
Ce l'ha fatta anche alla Camera. Dopo aver incassato la scontata fiducia in Senato, il governo Berlusconi alle 13,42 ha visto respingere anche le due mozioni di sfiducia presentate alla Camera dei Deputati con 314 voti contrari, 311 favorevoli e 2 astenuti su 625 votanti.
Il premier, uscendo dall'aula, ha commentato con un sarcastico "Ve lo dicevo che Fli si spaccava". Ed infatti, è proprio grazie alle defezioni dei finiani che le mozioni di sfiducia vengono respinte.
Maria Grazia Siquilini, aveva già dichiarato l'intenzione di dire no alla sfiducia. "Sono serena, la mia è stata una scelta coerente. Non ho condiviso la gestione di Fli, ora lascio il gruppo e torno nel Pdl. Ho deciso in base alla coscienza e del rapporto con gli elettori che è antico. Mi hanno chiesto la firma sulla mozione di sfiducia in tre minuti, non si fa così. E poi da settembre non è cambiato nulla rispetto al precedente voto di fiducia".
Ma anche l'ormai ex finiana Catia Polidori, la parlamentare umbra di Città di Castello figlia del creatore della Cepu, vota contro la sfiducia. Ed è proprio sul voto della Polidori che scoppia la bagarre. Mentre i parlamentari del Pdl scoppiano in un applauso, i suoi colleghi di gruppo iniziano a fischiare con Giorgio Conte che inizia ad urlare. Scoppia anche un tafferuglio con Granata e poi tra Bonfiglio e Fava che vengono bloccati da Crosetto e dai commessi. La seduta viene sospesa. Dopo la sospensione l'ec deputata finiana si è intrattenuta con Berlusconi e i ministri ma non ha rilasciato alcuna dichiarazione.
Luca Barbareschi, Fli, ha così commentato il voto della Polidori: "Il voto della Polidori è vergognoso, ha avuto pressioni. ;a anche se il governo prende uno o due voti in più è assolutamente inutile, ogni dicei minuti saremo qui alle prese con gli stessi problemi. Persone come la Polidori è meglio perderle per strada. Ieri aveva confermato il no alla fiducia e poi stamattina ha detto che aveva problemi con il Cepu. Ma vi rendete conto che cosa sta succedendo? Siamo alla corruzione di Pubblico Ufficiale".
Silvano Moffa, prima risponde di votare la sfiducia pur criticando l'intervento di Italo Bocchino, poi alla seconda chiama dichiara di astenersi, come Gaglione di 'Noi Sud'.
Paolo Guzzanti, lascia il PLI ma vota la sfiducia: "Mi dimetto dal Partito Liberale perché ci sono state pressioni che non mi sono piaciute. Ma questo non ha nulla a che vedere con la mia decisione sul voto di sfiducia: non vuol dire che voterò la sfiducia", ma alla la vota.
All'intervento di Antonio Di Pietro il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, e tutto il Pdl lasciano l'aula. "Finalmente oggi inizia la fine del suo impero di cartapesta - ha dichiarato il leader IDV - perché qualunque sia il risultato del voto, un dato è certo: lei non ha più una maggioranza politica per governare. Lei è arrivato al capolinea della sua esperienza politica. Non le resta che consegnarsi alla magistratura e farsi processare. Pavido e fuggitivo, è riprovevole, con il voto comprato oggi ha violato il Parlamento e violentato la Costituzione".
Pierferdinando Casini, leader dell'Unione di Centro: "Io non parlo. Perché non ho offeso mai nessuno vorrei parlare con il presidente del Consiglio presente". Rientrato Berlusconi, ha aggiunto: "Mi auguro che voglia fermare, in zona Cesarini, la dissennata corsa verso l'ignoto, che poi sarebbe il noto, cioè le elezioni. Tanto affannarsi per un voto o due in più non capisco a cosa serve. O è un'esibizione muscolare fine a se stessa o è una lucida corsa verso le elezioni anticipate. Si perde l'occasione per un sereno esame di coscienza, per l'assunzione di una responsabilità più alta, per indicare all'Italia una rotta nuova. La richiesta di dimissioni prima del voto che noi le rinnoviamo e la sua eventuale accettazione non sono per noi una pretesa e non sarebbero per lei una resa, ma la consapevolezza che serve al Paese cambiare passo. E invece marciamo consapevolmente verso il baratro".
Bersani, segretario del Pd: "Noi siamo tranquillissimi perché comunque vada oggi per voi sarà una sconfitta, sarà la vittoria di Pirro. Lei, presidente non è più in grado di governare e con un voto in più insegue l'instabilità pilotata per guidare la macchina verso le elezioni. Siamo davanti ad un voto incerto, la conta è mobile, certe botteghe non chiudono mai, sono aperte h24 anche in questi minuti. Ai colleghi incerti voglio dire: non diamo troppo tempo al tramonto, pensiamo al Paese che è stanco e vuole cambiare. Questa giornata passerà ma noi non possiamo vedere i bagliori di un tramonto non solo del governo ma, temiamo, di un Paese. Voi vi siete autoribaltati e noi non vogliamo che si ribalti il Paese".
Umberto Bossi, Lega Nord, risponde ad un giornalista in Transatlantico: "Ma non vede che casino c'è in Aula? Così la gente vede quello che succede in televisione, si allontana dalla politica e capisce che non si può continuare. Passiamo, passiamo. Abbiamo il voto che ci mancava. Per tutto il casino che si vede in Aula, l'unica igiene è il voto".
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