Come sempre è scoppiata la polemica sul Festival di Sanremo. Quest'anno a scaldare gli italici animi è la proposta di cantare "Bella Ciao" e "Giovinezza" durante la serata dedicata ai 150 dell'Unità d'Italia.
Dal comunicato del Cda della Rai si legge "in particolare si è rilevato che sarebbe stato utile evitare di affrontare, in modo troppo superficiale, questioni così delicate che riguardano la storia del nostro Paese. La ricerca del clamore rischia di causare un danno complessivo all'immagine dell'Azienda" ed ancora un invito al direttore generale Mauro Masi ad intervenire "nell'ambito delle sue competenze affinché nell'organizzazione della serata dedicata ai 150 anni dell'Unità d'Italia si proceda in modo serio e responsabile e quindi con criteri diversi".
Gianni Morandi, che presenterà Sanremo, ha dichiarato: "Io e Mazzi rivendichiamo l'autonomia artistica nella scelta delle canzoni della serata" e ancora "Porteremo due canzoni per artista, una nuova e una dei 150 anni d'Italia. Da lì è nata la polemica perché io ho citato 'Bella Ciao' e Mazzi ha ribattuto 'Giovinezza'. Ma per dire mi piacerebbero anche la 'Canzone del Piave' o 'Addio Lugano Bella', che era la canzone degli anarchici. E non credo che canzoni di più di cento anni fa dovrebbero farci paura".
Come ho già scritto nel titolo, per la prima volta mi ritrovo d'accordo con una decisione presa dal Cda della Rai anche se, probabilmente, per motivi diversi.
Se è vero, infatti, che le due canzoni risalgono - come ha dichiarato Morandi - a più di cento anni fa, è altrettanto vero che proprio nel corso di questi oltre cento anni hanno acquisito un valore storico ma soprattutto politico.
Se, infatti, "Bella Ciao" è un canto popolare ottocentesco di origine emiliano-romagnola e "Giovinezza" nasce come inno goliardico degli studenti universitari italiani nel 1909, è altrettanto vero che la prima è diventata celebre ed è entrata nell'immaginario collettivo durante la Resistenza perché idealmente associata al movimento partigiano; e la seconda, tramite rimaneggiamenti nel testo, è passata dapprima a rappresentare l'inno degli Arditi nel 1917, poi degli squadristi nel 1919 ed infine l'inno trionfale del partito nazionale fascista nel 1924 rimanendo indissolubilmente legata nell'immaginario collettivo proprio al fascismo.
Ritengo che sarebbe più opportuno presentare canzoni legate solo al Risorgimento e ce ne sono tante. Qualche esempio: 'La bella Gigogin'; 'La canzone del Piave'; 'Inno di Mameli'; il coro del 'Nabucco'; 'La bandiera tricolore'; 'I tre colori'; 'La rondinella di Mentana'.
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