L'ex Presidente della Repubblica, Carlo Azelio Ciampi, parla con profonda amarezza di quello che sta accadendo nel nostro Paese e tenta di fare il punto dopo i gravi episodi delle ultime settimane.
Relativamente al decreto salva-liste: "E' la conferma che con quel decreto il governo fa ciò che la Costituzione gli vieta, cioè interviene su una materia di competenza delle Regioni. Speriamo solo che a questo punto non accadano ulteriori complicazioni...". Per il Presidente si tratta di un "aberrante episodio di torsione del nostro sistema democratico".
Dopo il "pasticciaccio di Palazzo Chigi", la sentenza pronunciata ieri dal Tar del Lazio che ha respinto il ricorso del Pdl, i ricorsi avanzari da diverse giunte regionali, potrebbe accadere che, dopo le elezioni, anche la Corte Costituzionali giudichi quel decreto illegittimo e per Ciampi "Il risultato, in teoria, sarebbe l'invalidazione dell'intero risultato elettorale. Il rischio c'è, purtroppo. C'è solo da augurarsi che il peggio non accada, perchè a quel punto il Paese precipiterebbe in un caos che non oso immaginare".
Per quanto riguarda il suo successore, Giorgio Napolitano, dichiara: "Non mi piace mai giudicare per periodi ipotetici dell'irrealtà. Allo stesso tempo, trovo sbagliato dire adesso 'io avrei fatto, io avrei detto'. Ognuno decide secondo le proprie sensibilità e secondo le ncessità dettate dal momento. Napolitano ha deciso così. Ora, quel che è fatto è fatto. Lo ripeto: a questo punto è stata imboccata una strada, e speriamo solo che ci porti a un risultato positivo". "Ma che senso ha - continua il Presidente emerito -, adesso, sparare sul quartier generale? Al punto in cui siamo, è nell'interesse di tutti non alimentare la polemica sul Quirinale, e semmai adoperarsi per proteggere ancora di più la massima istituzione del Paese".
"Io credo che la soluzione migliore sarebbe stata quella di rinviare la data delle elezioni. Ma per fare questo sarebbe stata necessaria una volontà politica che, palesemente, nella maggioranza è mancata. Ma soprattutto io credo che sarebbe stato necessario, prima di tutto, che il governo riconoscesse pubblicamente, di fronte al Paese e al Parlamento, di aver commesso un grave errore. Sarebbe stato necessario che se ne assumesse la responsabilità, chiedendo scusa agli elettore e agli eletti. Da qui si doveva partire: a quel punto, ne sono sicuro, tutti avrebbero lavorato per risolvere il problema, e l'opposizione avrebbe dato la sua disponibilità a un accordo. Bisognava battersi a tutti i costi per questa soluzione della crisi, e inchiodare a questo percorso che l'aveva causata. Ma purtroppo la maggioranza, ancora una volta, ha deciso di fuggire dalle sue responsabilità, e di forzare la mano". "Di nuovo, assistiamo sgomenti al graduale svuotamento delle istituzioni, all'integrale oblio dei valori, al totale svilimento delle regole: questo è il male oscuro e profondo che sta corrodendo l'Italia".
Concludendo, dopo un passaggio delle sue radici, ha constatato che quella forma di "pedagogia repubblicana" sia stata necessaria ma insufficiente. "Cosa vuole che le dica? Purtroppo questo è il drammatico paesaggio italiano, nè bello nè facile. E questo è anche il mio più grande rimpianto di vecchio: sulla soglia dei 90 anni, mi accorgo con amarezza che questa non è l'Italia che vagheggiavo a 20 anni. Allora ci svegliavamo la mattina convinti che, comunque fossero andate le cose, avremmo fatto un passo avanti. Oggi ci alziamo la mattina, e ogni giorno ci accorgiamo di aver fatto un altro passo indietro. E' molto triste, per me che sono un nonuagenario. Ma chi è più giovane di me non deve perdersi d'animo, e soprattutto non deve smettere di lottare".
Non posso fare altro che ringraziare il Presidente Ciampi. Avremmo bisogno di molti altri che iniziassero a parlare così.
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