- Massimiliano Scerna: non potrà esercitare per due mesi imprese che effettuino recupero, riciclaggio o raccolta di rottami;
- Adriano Rossi: sospeso per due mesi dall'incarico di direttore del dipartimento Arpa di Terni;
- Nicola Beranzoli: obbligato a dimorare per sei mesi nel territorio del Comune di Stroncone;
- Terenzio Malvetani: non potrà dimorare per sei mesi nel territorio del Comune di Stroncone.
Le misure cautelari relative al Sindaco e al Professor Malvetani sono state scelte per "ostacolare i rapporti tra lui e il sindaco Beranzoli al fine di impedire che quest'ultimo prenda provvedimenti ispirati dall'atro, con spregio dell'interesse pubblico". Il Sindaco da subito "ha assunto comportamenti volti unicamente a ridimensionare la portata dell'evento esponendo la salute pubblica ai rischi conseguenti a una contaminazione da diossina. Tale atteggiamento trova il suo fondamento nella prioritaria volontà di tutela degli interessi economici di taluni privati che hanno attività economiche rilevanti nella zona". Fra queste attività anche quelle del Presidente della Carit e di suo figlio. Per l'accusa sarebbe stato Malvetani in qualità di "privato istigatore" a spingere in sindaco a restringere la zona sottoposta all'ordinanza. Il giudice e il pm parlano di "un legame fortissimo" fra il sindaco e il professore e di una "autorevolezza e una posizione dominante" esercitata da quest'ultimo "presso la comunità di Stroncone" tale da "avere notevolmente influenzato l'esito della campagna elettorale dello scorso giugno, che portò all'elezione proprio di Beranzoli".
Il gruppo avrebbe, secondo l'accusa, "messo in piedi un 'sistema' motivato da una sola parola d'ordine: minimizzare l'allarme diossina. Pressioni, contatti, rivelazioni 'pilotate'. Ma anche minacce e richieste di favori a diversi livelli" (da 'Il Giornale dell'Umbria' - "Allarme diossina a Stroncone, indagati Beranzoli e Malvetani" di Christian Cinti, pag. 32). Secondo l'accusa, inoltre, "l'inadeguatezza e l'inattendibilità dell'attività svolta da Arpa erano certamente un dato noto al direttore" che avrebbe "potuto e dovuto rivolgersi a quelle sedi Arpa nelle quali l'analisi per le diossine viene operata con strumentazione adeguata e da personale con esperienza".
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