Dopo qualche settimana di quasi totale silenzio, il Presidente del Senato è intervenuto "contro la violenza del web" e i "ribaltoni". Dopo Maroni, che ha presentato al CDM il disegno di legge su Internet, Renato Schifani ha dichiarato: "Dobbiamo fare qualcosa per evitare che sui siti internet ci siano veri e propri inni alla violenza", "avendo come faro di riferimento la libertà di espressione". Per il Presidente del Senato, su facebook si leggono "dei veri e propri inni all'istigazione alla violenza. Negli anni '70, che pure furono pericolosi, non c'erano questi momenti aggregativi che ci sono su questi siti. Così si rischia di autoalimentare l'odio che alligna in alcune frange".
Secondo Schifani, inoltre, l'Italia avrebbe ormai una nuova "costituzione materiale" generata dalla legge elettorale maggioritaria e in questo contesto eventuali "ribaltoni" sarebbero un "tradimento" della volontà popolare. "No a cambi di maggioranza, a ricomposizioni e scomposizioni di maggioranze" perchè "in questo modo si tradisce la volontà degli elettori. I cittadini vogliono essere governati dalla loro maggioranza".
All'interno della maggioranza le reazioni non sono mancate. Altero Matteoli afferma che ci sarebbe l'unanimità, all'interno del CDM, sulla necessità di adottare il ddl. Altri Ministri, come La Russa, sarebbero assertori del pugno di ferro contro chi disturba cortei e sit-in. L'On. Della Vedova, Pdl, non condivide le parole di Schifani: "Le preoccupazioni del presidente del Senato riflettono una realtà che non esiste, banalmente perchè Facebook non è ciò che Schifani pensa che sia", "Ci sono tante parole sul web, molte cose intelligenti e molte cose stupide, ma sono sempre e soltanto parole, che tutti possono leggere e che tutti possono segnalare alle autorità, se si ritiene che rappresentino un'istigazione alla violenza o un'apologia di reato. Dire che Facebook (non alcuni gruppi di Facebook, ma proprio Facebook) è pericoloso significa sostenere che è pericolosa la libertà di comunicare e scambiarsi idee. A ritenenre pericolosi i social network sono i regimi totalitari, non le democrazie come la nostra".
Dall'opposizione Pierluigi Bersani, segretario del Pd, si dice scettico: "Consiglierei molta cautela e di andare a vedere bene di che si tratta. Io sono molto, molto perplesso".
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