martedì 24 novembre 2009

LATITANTI? ISCRITTI A FACEBOOK. I "pizzini" confinati sulle distanze ridotte?





Quale studioso e appassionato di alcune figure politiche di prim’ordine, in questi giorni uggiosi stavo ripercorrendo una fase decisiva della nostra storia nazionale –l’affaire Aldo Moro- per migliorare un mio precedente lavoro dei tempi dell’Università. Ma, davanti al computer, sono incappato in qualche significativa scoperta.
Al numero 00505.226.58.336 di Managua, Nicaragua, si può chiedere di Alessio Casimirri, condannato per la strage di Via Fani. Casimirri approdò nel 1983 in Centro America, laddove, oltre a diventare un esperto sommozzatore, ha aperto il ristorante La cueva del buzo. Il suo numero telefonico è su Facebook cui egli è iscritto ed è persino possibile lasciargli direttamente un messaggio on line. A proposito: la specialità della casa sono i frutti di mare, come recita la nota di Facebook, “Los mejores mariscos de Nicaragua con el mejor toque Mediterraneo”. Un’attività con ben 550 fan, tra cui numerosi amici e parenti che si trovano nel Belpaese. Facebook consente di scrivere anche a loro.
A questo punto la mia curiosità è cresciuta e sono andato a verificare se anche altri latitanti fossero per caso registrati sul social network più popolare del mondo e, magari, pure in quello che è oggi un cyberghetto come Myspace. Ma è sempre Facebook a spopolare, anche tra i ricercati per ergastolo.
Infatti c’è pure Achille Lollo, condannato per la morte dei fratelli Mattei (rogo di Primavalle), presto fuggito dall’Italia per rifarsi una vita nei Mari del Sud fino a far estinguere i 18 anni di pena –ma nuove indagini sono in corso presso la Procura di Roma. E’ anche lui contattabile su Facebook, dove, digitando il suo nome, potrete eventualmente scrivergli o contattare alcuni dei suoi amici e amiche do Brasil, meno di 30. Nulla rispetto a Casimirri.
E per concludere ritorniamo al punto di partenza, in Centro America, dove, sempre a Managua, svolgerebbe servizi sanitari persino per le Nazioni Unite il “dottor” Guglielmo Guglielmi, condannato a 39 anni per avere ucciso un orefice e un politico. Dalla sua cellula poi scaturì il commando che freddò il giornalista Walter Tobagi. Anche a Guglielmi possiamo inviare un messaggio su Facebook. Per raggiungere “il dottore” non bisogna però confondersi con gli omonimi: sotto il suo nome c’è scritto “College Station, TX”.
Ricercando i latitanti abbiamo dunque virtualmente girato il mondo restando a casa, ma una semplice operazione di controllo postale su Facebook potrebbe rivelarci, ad esempio, con estrema accuratezza se costoro, oggi, si trovino effettivamente laddove pensavamo fossero. A meno che non faccia ancora comodo a qualcuno il permanere di un angolo oscuro nella nostra storia, uno spazio gonfio di sofferenza e retoricamente chiamato “misteri d’Italia”.

Andrea Liberati

23 novembre 2009

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