In un'intervista rilasciata a Giuseppe Magroni del Corriere dell'Umbria il primario di cardiochirurgia al Santa Maria di Terni, il Prof. Pardini, parte all'attacco infiammando immediatamente gli animi di quanti sperano che il futuro candidato sindaco del centro-sinistra possa avere la forza di battere il Prof. Antonio Baldassarre, unire tutte le forze dell'attuale maggioranza e contemporaneamente segnare una vera discontinuità con il passato.
Il Prof. Alessandro Pardini, ex senatore dell'Ulivo, come dicevo, parte all'attacco bastonando la politica proprio dalla cosa che conosce meglio la sanità a Terni dichiarando che, per colpa dell'attuale classe dirigente, essa è subalterna a Perugia. Secondo il primario l'azienda ospedaliera ternana non avrebbe ancora deciso "cosa fare da grande" restando un qualcosa a metà strada tra un ospedale di comunità ed uno ad alta specializzazione. Mentre dovrebbe specializzarsi e guardare ad un "bacino di area vasta" (Umbria, Lazio e intero centro Italia) trasformandolo in un ospedale di eccellenza. Continua: "Non è un sogno, si può e si deve fare. L'acciaieria c'è da cento anni, bisogna difenderla ma accanto a questa va costruita una nuova città legata all'innovazione e ai servizi avanzati". "La vera riforma della sanità pubblica regionale dovrebbe essere questa: un'azienda sanitaria provinciale per i servizi e tutti gli ospedali rientranti in un'unica azienda ospedaliera in modo da evitare duplicazioni, sprechi, assurdità", "quando verrà completato il nuovo ospedale di Narni-Amelia nel territorio avremo 9,10 reparti di chirurgia generale, 4 di ortopedia, 3 di urologia, 8/9 di medicina generale". Secondo il primario non andrebbero costruite altre "cattedrali nel deserto" ed inizia con vari esempi, dall'ospedale di Foligno dove c'è una Pet che viene usata in media una volta a settimana e l'emodinamica senza che a fianco ci sia un reparto di cardiochirurgia necessario in caso di emergenza. Ed ora si pensa di aprire una nuova emodinamica anche a Branca e Città di Castello.
Riguardo ai 25 milioni di euro, promessi dall'assessore regionale Rosi, dichiara: "Promesse, appunto. Calcoli approfonditi dicono che per rendere il Santa Maria a norma e innovarlo servono almeno 40 milioni di euro. Intanto negli ultimi 5 anni a Terni non è arrivato un euro per investimenti mentre si sono costruiti i nuovi ospedali di foligno e Città di Castello e si sono destinate risorse immense per il polo ospedaliero di Perugia", "Non possiamo spendere 40 milioni per Narni e Amelia, la vera emergenza è Terni, un'ospedale che scoppia e dimostra tutti i suoi anni".
Per il Prof. Pardini i problemi del Santa Maria andrebbero ricercati anche sul versante logistico-organizzativo perchè mancherebbe "una missione precisa". E la colpa sarebbe da addebitare maggiormente alla politica ternana perchè "ha accettato supinamente che i finanziamenti per la sanità venissero dirottati verso altre parti della regione. Ha accettato il diktat dell'Università e ha inseguito il consenso dei localismi senza una strategia precisa". Alla domanda del giornalista "Lei studia da direttore generale dell'ospedale o da sindaco di Terni?" Pardini risponde che studia da cardiochirurgo ma subito dopo aggiunge che quando uscì fuori la proposta del sindaco la gente non faceva altro che incitarlo.
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