mercoledì 19 novembre 2008

RAFFAELLI INTERVIENE SUL DISAGIO GIOVANILE: TROPPE LE PAROLE POCHI I FATTI

Paolo Raffaelli

Ogni volta che Paolo Raffaelli rilascia dichiarazioni da Presidente dell'Anci Umbria sembra dimenticarsi di essere ancora il sindaco di Terni. Alle ore 13.38 del 18/11/2008, è apparso un suo comunicato sul sito del comune (http://www.comune.terni.it/comunicato_stampa.php?id=33703&pagina=1) <<Raffaelli: "Dai centri sociali umbri un impulso allo scambio intergenerazionale per affrontare il disagio giovanile">>.
Le parole sono tante e, come spesso accade in politica, smentiscono i fatti. Raffaelli, nel corso dell'intervento, dichiara: "Bisogna rimettere i giovanissimi e gli adolescenti al centro delle politiche del welfare e della lotta al disagio sociale e la strada maestra è quella di lavorare insieme a una profonda trasformazione della estesa e ricca rete di centri sciale dell'Umbria, che sono oggi in misura preponderante centri per anziani e che bisogna invec sforzarsi, di trasformare in centri intergenerazionali, fatti di servizi integrati e di scambi relazionali tra generazioni diverse, mettendo insieme le esperienze di padri e figli e di nonni e nipoti" e ancora, "Oggi i giovanissimi, soprattutto gli adolescenti e i minori in generale, sono alle prese con un sistema formativo che ha fortemente allentato la sua capacità di influenza positiva: la scuola, la famiglia, l'oratorio, il gruppo di amicizia, hanno perso forza rispetto all'influenza dei media, della televisione, della Rete".
Con tutte queste belle parole e tutte queste belle intenzioni (possiamo anche ammettere che siano belle) spontanee sono sorte alcune domande: Ma fino ad ora Paolo Raffaelli dov'era? Perchè, tra le cause che ha elencato quali generatrici del disagio giovanile non ha inserito anche un completo disinteresse delle amministrazioni comunali umbre nei confronti di tale complesso problema, con quella di cui è sindaco in testa?
Dopo dieci anni, è troppo facile accorgersi che esiste un disagio giovanile. Andrebbe ricordato al Sindaco che tale disagio investe un'ampia fascia di popolazione perchè, oltre a quello dei giovanissimi, esiste anche quello dei meno giovani. Tutti quei ragazzi che hanno superato l'adolescenza e anche molti di quelli che tra i 25 e i 35 anni, diplomati o laureati, occupati o inoccupati, per lo più precari, sono in attesa di un qualsiasi futuro in una città che non gli offre quasi nulla. Le infrastrutture sono insufficienti. Risultano carenti le strutture sportive, i centri di aggregazione culturale e sociale.
Per concludere "Una riforma del ruolo funzionale della rete dei centri sociali umbri", unica proposta abbozzata dal sindaco, non mi sembra minimamente sufficiente per affrontare un problema di così delicata importanza.


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