"Se Berlusconi è una parte del gigantesco problema che il Paese ha davanti, sarà anche parte della soluzione che dobbiamo trovare. E una soluzione va trovata. Un patto di fine legislatura tra tutti i parlamentari di buona volontà per salvare il Paese e rimetterlo in cammino". Con queste parole il senatore Beppe Pisanu risponde ad una domanda del giornalista Claudio Tito per un'intervista per La Repubblica. Intervista che ha scatenato l'ira di molti esponenti del governo e della maggioranza.
Beppe Pisanu è un politico di lungo corso, democristiano sassarese, già dalla seconda metà degli anni settanta entra nella segreteria politica nazionale del partito al fianco di Benigno Zaccagnini. Numerosi gli incarichi istituzionali nella prima e nella seconda repubblica: sottosegretario al Tesoro dal 1980 al 1983, sottosegretario alla Difesa dal 1986 al 1990; ministro dell'Interno dal 2002 al 2006; dal 1972 al 1992 deputato della Dc, dal 1994 ad oggi parlamentare di Forza Italia e del PdL.
La situazione internazionale
"Ci vuole poco a capire - ha dichiarato il presidente della Commissione Antimafia - che la caduta dell'Euro trascinerebbe anche il dollaro, spezzando le gambe in un solo colpo tanto alle economie quanto alle democrazie dell'Occidente. E in quel caso che se ne farebbe la Signora Merkel di un nuovo marco enormemente sopravvalutato sul dollaro e perciò incapace di sorreggere le esportazioni tedesche?".
"Da sola questa maggioranza - ha continuato - non è più in grado di evitare il tracollo e riaprire la via dello sviluppo: i fatti sono molto più grandi dei suoi numeri in Parlamento. Però è tutta la politica che deve cambiare passo, respiro, visione, insieme ai gruppi dirigenti delle organizzazioni economiche e sociali. Bisogna cambiare".
Le reazioni nella maggioranza:
- Fabrizio Cicchitto, capogruppo PdL alla Camera: "Spesso nei momenti difficili, sembra che la via più facile sia quella delle cosiddette larghe intese, ma si tratta o di illusioni o di manovre politiche tutt'altro che al disopra delle parti". "Certamente la situazione economica internazionale è molto difficile e le sue ricadute sull'Italia sono pesanti. E' indubbio che la maggioranza è andata incontro a varie difficoltà per fare ben tre manovre nello spazio di poco tempo, l'ultima, quella in discussione al Senato di ben 45 miliardi, con le ultime modifiche è certamente molto incisiva. Ma se si fosse dovuta concordare la manovra, come ipotizza il Senatore Pisanu, tra il Pdl e il Pd, saremmo ancora in mezzo al guado viste le distanze fra le posizioni politiche e programmatiche esistenti fra i due partiti". "Talora - di legge ancora nel comunicato - le proposte apparentemente responsabili rischiano di essere nella realtà del tutto avventuriste: ipotizzare adesso una crisi di Governo, un passo indietro di Berlusconi, e poi un'intesa politica e programmatica tra il Pdl e il Pd equivarrebbe solo ad un salto nel buio con il rischio di lasciare il Paese alla deriva. Questo Governo e questa maggioranza, anche facendo tesoro delle osservazioni costruttive del Presidente della Repubblica e tenendo conto della realtà assai contraddittoria costituita per un verso dalla Bce e per altro verso da un'Europa priva di una seria direzione politica, si stanno assumendo l'onere di lavorare, pur fra mille difficoltà, a definire un'incisiva manovra economica per il salvataggio del Paese". "Ci auguriamo - conclude - che, al di fuori di operazioni politiche inaccettabili, tutto ciò possa avvenire con un confronto positivo con l'Udc e anche con il Pd";
- Mario Landolfi, parlamentare Pdl torna a parlare di costituzione materiale: "è semplicemente impraticabile perché non tiene conto che la presenza di Silvio Berlusconi nell'agone politico ha modificato la Costituzione materiale, rendendo la volontà degli elettori la prima fonte di legittimazione dei governi";
- Daniele Capezzone, portavoce del Pdl: "L'intervista di oggi del senatore Pisanu merita ovviamente rispetto, come ogni altra presa di posizione. Tuttavia, la sostanza politica dell'intervista appare del tutto irricevibile per due ragioni. Primo: non si capisce per quale ragione si dovrebbe accettare la logica di manovre di palazzo volte a scavalcare il pronunciamento del popolo sovrano. Secondo: non si capisce come sia possibile realizzare intese riformatrici con un Pd che ha scelto la linea della Camusso e della Cgil. E' comprensibile e perfino ovvio che settori dell'establishment e della stampa più ostile al Governo vogliano spazzare via la maggioranza e ferire a morte il Pdl. Meno comprensibile sarebbe il fatto che il Pdl e la maggioranza cadessero in un gioco del genere";
- Gianfranco Rotondi, ministro per l'Attuazione del Programma: "Questo è il primo e ultimo governo della legislatura, se ce la fa bene sennò si va al voto a primavera. Dopo di noi possono venire larghe o strette intese, ma solo dopo un nuovo voto popolare";
- Ignazio La Russa: "Non è la prima volta che lo fa, ma credo che dovrà rassegnarsi ancora una volta. Ho sempre avuto un buon rapporto con lui, ma non credo si possa piegare al proprio desiderio, anche personale, una realtà politica che rende fuori da ogni possibilità e da ogni logica la sua proposta. I governi li fanno gli elettori e non si fanno come se fossimo in cucina";
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