La Corte di Giustizia dell'Unione europea ha stabilito che il reato di clandestinità, introdotto nel 2009 dal governo Berlusconi, "può compromettere la realizzazione dell'obiettivo di instaurare una politica efficace di allontanamento e di rimpatrio nel rispetto dei diritti fondamentali". La stella Corte ha rilevato, inoltre, che "la direttiva rimpatri non è stata trasposta nell'ordinamento giuridico italiano".
Si legge nella sentenza che gli Stati membri "non possono introdurre, al fine di ovviare all'insuccesso delle misure coercitive adottate per procedere all'allontanamento coattivo, una pena detentiva, come quella prevista dalla normativa nazionale in discussione, solo perché un cittadino di un paese terzo, dopo che gli è stato notificato un ordine di lasciare il territorio nazionle e il termine impartito con tale ordine è scaduto, permane in maniera irregolare su detto territorio".
Il giudice nazionale "dovrà quindi disapplicare ogni disposizione nazionale contraria alla direttiva e tenere conto del principio dell'applicazione retroattiva della pena più mite, che fa parte delle tradizioni costituzionali comuni agli Stati membri".
Le reazioni:
- Antonio Di Pietro, Idv: "E' ormai provato che siamo difronte a una dittatura strisciante in cui vengono presi provvedimento contro la Carta dei diritti dell'uomo, si dichiara guerra senza passare per il Parlamento e si occupano le istituzioni per fini personali. E' gravissimo che questa maggioranza, asservita al padrone, continui a fare leggi incostituzionali e contro i diritti fondamentali delle persone. Siamo alla vigilia di un nuovo Stato fascista che va fermato e l'occasione saranno le amministrative e i referendum del 12 e 13 giugno";
- Rosy Bindi, Pd: "Sull'immigrazione le figuracce del governo italiano non finiscono mai. La Corte di Giustizia europea mette e nudo le violazioni dei diritti umani, l'approssimazione e i ritardi di norme approvate solo per fare propaganda, dimostrando un'efficacia che alla prova dei fatti è pari a zero. Del resto, cosa aspettarsi da un governo prigioniero delle parole d'ordine della Lega e incapace di affrontare con serietà e giustizia il fenomeno globale e inedito dell'immigrazione";
- Benedetto Della Vedova, Fli: tale bocciatura "non è, come molti vorranno fare apparire, una sentenza buonista. A essere stata bocciata è una norma demagogica e inefficiente, che aggrava l'arretrato giudiziario e il sovraffollamento carcerario, senza migliorare e al contrario intralciando le procedure di espulsione e rimpatrio degli immigrati irregolari".
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